IL BAROCCO

l termine musica barocca indica una categorizzazione della musica composta nel XVII secolo e nella prima metà del XVIII secolo, che la fa corrispondere alla diffusione del barocco nell'arte.

Questo genere si sviluppa a fianco di composizioni che ancora rientrano completamente nell'orizzonte stilistico tardo-rinascimentale – a volte i due stili coesistono nell'ambito della produzione dello stesso compositore – pertanto non è possibile stabilire una data precisa di inizio del periodo barocco in musica così come, con analoghe considerazioni, non si può stabilire una data per la sua conclusione.

Così come le altre forme d'arte del periodo, la musica barocca era votata al desiderio di stupire e divertire l'ascoltatore: cambi repentini di tempo, passaggi di grande virtuosismo strumentale o vocale e l'uso del contrappunto e della fuga, sono gli elementi che più caratterizzano la produzione musicale di questo periodo, insieme ad uno sviluppato senso dell'improvvisazione.

L'utilizzo del termine barocco in campo musicale è piuttosto recente, ed è fatto risalire ad una pubblicazione del musicologo Curt Sachs del 1919.

Se il concetto di musica barocca è generalmente accettato ed utilizzato, diversi musicologi contestano questa definizione sostenendo che sia illogico unire sotto un'unica etichetta un secolo e mezzo di produzione ed evoluzione musicale che ha fatto della varietà e della differenza il proprio programma estetico.

A prescindere da queste considerazioni, che effettivamente possono avere degli ottimi argomenti, il termine "musica barocca" è tuttora universalmente utilizzato ed accettato per definire lo stile musicale evolutosi dopo la musica rinascimentale e prima dello sviluppo dello stile Classico.

 

Le forme musicali

Il concerto grosso

La genesi del concerto grosso va cercata in una sorta di espansione sonora della forma della sonata a tre, nei due generi da chiesa e da camera, e risale all'incirca alla metà del Seicento, e venne messo a punto a Roma, verso gli anni '80 del Seicento, da Arcangelo Corelli

I dodici Concerti dell'op.6 corrispondono alla fase "matura" del concerto grosso: un gruppo di solisti (nel caso di Corelli due violini e un violoncello) chiamato "concertino" o "soli" si contrappone all'intero corpo dell'orchestra, chiamato "grosso" o "tutti". Non una contrapposizione generica basata sulla semplice contrasto di sonorità, ma una rigorosa divisione del lavoro di carattere formale: al "grosso" spetta l'esposizione del ritornello, al concertino gli episodi solistici, secondo la successione di parti e movimenti tipica della sonata a tre che verrà poi ripresa dal concerto solistico.

Il concerto solista

Generalmente si individua in Antonio Vivaldi l'inventore del concetto di concerto solista, ossia, l'evoluzione del concerto grosso verso una forma musicale che prevede uno o più strumenti solisti ai quali è assegnata una partitura obbligata o una sezione (comunemente chiamata sequenza), dedicata all'improvvisazione dell'esecutore.

La suite

Le origini della suite si confondono inevitabilmente con la pratica antichissima di accompagnare e sostenere la danza con un numero più o meno elevato di voci o di strumenti, ma il termine "suite" appare per la prima volta in una raccolta pubblicata dal compositore francese Philippe Attaignant nel 1529. La pratica di codificare in modo rigoroso la denominazione e la successione delle diverse danze è però molto posteriore e avviene, in sostanza quando la suite diventa un "seguito" di danze puramente immaginarie. Si deve a un allievo di Frescobaldi, la riduzione della suite alle sue quattro danze "di base" (allemanda, corrente, sarabanda e giga) e sarà questo il modello di base che seguirà J.S.Bach per alcune delle sue suite (ma non per tutte: le sue Suite Inglesi, ad esempio, sono articolate in otto danze).

 

Opera lirica

Il melodramma nasce a Firenze verso la fine del XVI secolo e, grazie al genio di Claudio Monteverdi, ha enorme diffusione in età barocca, affermandosi soprattutto a Roma, a Venezia e, successivamente (a partire dagli ultimi decenni del Seicento), a Napoli. Spettacolo inizialmente riservato alle corti, e dunque destinato ad una élite di intellettuali e aristocratici, acquista carattere di intrattenimento a partire dall'apertura del primo teatro pubblico nel 1637: il Teatro San Cassiano di Venezia.
Alla severità dell'opera degli esordi, ancora permeata dell'estetica tardo-rinascimentale, subentra allora un gusto per la varietà delle musiche, delle situazioni, dei personaggi, degli intrecci; mentre la forma dell'aria, dalla melodia accattivante e occasione di esibizione canora, ruba sempre più spazio al
 recitativo dei dialoghi e, di riflesso, all'aspetto letterario, mentre il canto si fa sempre più fiorito. Fra i massimi rappresentanti dell'opera di età barocca possiamo citare, in Italia,  Alessandro Scarlatti, che raggiunse la propria pienezza espressiva con Il trionfo dell'onore e Griselda.

Nel frattempo Jean-Baptiste Lully, un compositore italiano emigrato in Francia, dà vita all'opera francese. In essa la tipica cantabilità italiana, poco adatta alla lingua francese, è abbandonata a favore di una più rigorosa interpretazione musicale del testo.
Lo stile di canto, più severo e declamatorio. Ulteriori elementi di differenziazione rispetto al modello italiano sono costituiti dall'importanza assegnata alle coreografie e dalla struttura in cinque atti, che l'opera seria francese conserverà fino a tutto il XIX secolo.

Nel Settecento l'opera italiana è riformata dal poeta Pietro Metastasio, che stabilisce una serie di canoni formali, relativi all'impianto drammaturgico, dedicandosi esclusivamente al genere serio.

La scelta di Metastasio di escludere ogni elemento comico dal teatro musicale serio determina la nascita dell'opera comica, dapprima in forma di Intermezzo, poi come opera buffa .

 

Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach (Eisenach 21 marzo 1685  Lipsia 28 luglio 1750) fu un compositore tedesco e organista del periodo barocco, universalmente considerato uno dei più grandi geni della musica di tutti i tempi.

Le sue opere sono famose per profondità intellettuale, padronanza dei mezzi tecnici ed espressivi, bellezza artistica; sono state di ispirazione per la gran parte dei compositori che si sono susseguiti nella tradizione europea.

Il contributo di Johann Sebastian Bach alla musica o, per utilizzare un'espressione resa popolare dal suo allievo Lorenz Christoph Mizler, alla "scienza della musica" è di frequente paragonato al contributo di William Shakespeare alla letteratura inglese e di Isaac Newton per la fisica. Durante la vita, egli compose oltre 1000 opere. La sua raccolta di preludi e fughe chiamata "Il clavicembalo ben temperato", oltre ad essere un repertorio monumentale e definitivo per quello che riguarda lo stato della forma detta fuga in ambito barocco, esplorò compiutamente la possibilità di eseguire sulla tastiera composizioni in tutte le 24 tonalità maggiori e minori, come risultato dell'abbandono del sistema di accordatura mesotonica a favore dei cosiddetti "buoni temperamenti" (che precorsero la successiva adozione, nel corso del XIX secolo, del temperamento equabile).

 

Georg Friedrich

Georg Friedrich Händel (Halle sul Saale, 23 febbraio 1685  Londra, 14 aprile 1759) fu uno dei maggiori compositori del XVIII secolo. In passato il nome veniva trascritto come George Frideric Handel, o Haendel o ancora, ma meno di frequente, Hendel.

Nacque nella città di Halle, nella regione tedesca della Sassonia, da una famiglia borghese (il padre era un barbiere-cerusico) e trascorse gran parte della vita all'estero, frequentando numerose corti europee. Morì a Londra all'età di settantaquattro anni.

Händel visse dal 1706 al 1710 in Italia, dove raffinò la sua tecnica compositiva, adattandola a testi in italiano; rappresentò opere nei teatri di Firenze, Roma, Napoli e Venezia e conobbe musicisti coevi come Scarlatti, Corelli, Marcello. A Roma fu al servizio del cardinale Pietro Ottoboni, mecenate anche di Corelli e Juvarra.

Dopo essere stato per breve tempo direttore musicale alla corte di Hannover, nel 1711 si trasferisce a Londra per rappresentarvi il Rinaldo, che riscuote un notevole successo. A Londra Händel decide così di stabilirsi e fondare un teatro reale dell'opera, che sarà conosciuto come Royal Academy of Music. Fra il 1720 e il 1728, scriverà per questo teatro quattordici opere. Händel compose almeno quaranta opere per il teatro – fra cui molte di genere serio – diventate famose (e molte delle quali tutt'oggi rappresentate in tutto

 ll mondo).


Fu autore anche di trentadue
 oratori altrettanto celebri (incluso il suo capolavoro Messiah.

Scrisse poi molte pagine di musica per orchestra. Tra esse comprendevano inni ed anthem, sorta di inni celebrativi, e sonate sacre, oltre a centodieci cantate, venti concerti e trentanove fra sonate, fughe, suite per cembalo.

 

Antonio Vivaldi

Antonio Lucio Vivaldi (Venezia, 4 marzo 1678  Vienna, 28 luglio 1741) è un celebre violinista e compositore del periodo barocco. Fu anche un sacerdote, e per tale motivo – e per il colore dei suoi capelli – venne soprannominato Il prete rosso.

La sua composizione più nota sono i quattro concerti per violino conosciuti come "Le quattro stagioni", celebre e straordinario esempio di musica a soggetto.

Il recupero della sua opera è un fatto relativamente recente e viene individuato nella prima metà del XX secolo. Avvenne grazie soprattutto agli sforzi di Alfredo Casella, il quale nel 1939 organizzò la Settimana di Vivaldi, evento che viene ricordato come storico in quanto, da allora, le opere del compositore veneziano hanno riscosso pieno successo.

Innovando dal profondo la musica dell'epoca, Vivaldi diede più evidenza alla struttura formale e ritmica del concerto, cercando ripetutamente contrasti armonici e inventando temi e melodie inconsuete. Il suo talento consisteva nel comporre una musica non accademica, chiara ed espressiva, tale da poter essere apprezzata dal grande pubblico e non solo da una minoranza di specialisti.

Vivaldi è considerato uno dei maestri della scuola barocca italiana, basata sui forti contrasti sonori e sulle armonie semplici e suggestive. Johann Sebastian Bach fu grandemente influenzato dalla forma del concerto vivaldiano: egli trascrisse alcuni concerti per clavicembalo solista e alcuni concerti per orchestra, tra questi il famoso Concerto per quattro violini e violoncello, archi e Continuo (RV 580).

 

Glossario:

Il virtuosismo è un atteggiamento musicale che si diffonde nella prima metà del XIX secolo in seguito all'affermarsi della borghesia: quando l'aristocrazia cominciò a perdere importanza, i musicisti che avevano un lavoro fisso presso di loro diventarono liberi professionisti che, per avere successo, cercavano di stupire il pubblico con esecuzioni che richiedevano grandi doti tecniche.

La personalità del "virtuoso" è riconoscibile fin dall'infanzia, grazie a una facilità di esecuzione fuori dal comune spesso associata a una spontanea vena creativa. Non a caso, contesti virtuosistici sono spesso avvicinati ad ambiti nei quali la componente improvvisativa ha un ruolo dominante, quali il canto lirico o il jazz.

 

Ascolto consigliato 

http://www.youtube.com/watch?v=R-IEkLj9Uwo

 

IL PERIODO CLASSICO

 

 

 

Le origini del Classicismo. Nel Settecento, Christoph Willibald Gluck (1714-1787) intraprese la riforma del melodramma, spogliandolo di tutto ciò che serviva da pretesto per una pura esibizione di virtuosismo e facendo sì che musica e canto esprimessero invece i sentimenti e la vicenda che si svolgeva sulla scena. A partire della seconda metà del Settecento si assiste a un rinnovamento totale dei valori artistici barocchi che culmina in quello che verrà definito periodo classico. Massimi esponenti di questa nuova corrente musicale, caratterizzata dal trionfo della forma sonata e della moderna sinfonia, sono Haydn e Mozart che più di altri comprendono il bisogno di equilibrio artistico, inteso come supremo ideale compositivo, e la necessità di riconquistare quelle regole fisse spazzate via dagli sconvolgimenti barocchi. Franz Joseph Haydn (1732-1809) organizzò definitivamente la forma sonata: nelle numerose sinfonie, sonate e quartetti vi sono le prime, compiute realizzazioni di questa forma. 
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) è considerato il rappresentante più geniale della seconda metà del Settecento e certo una delle maggiori personalità della musica occidentale. Egli ha saputo unificare le esperienze più diverse, dimostrandosi sensibile soprattutto all'influenza della scuola italiana. Pronto ad accogliere i più diversi contributi, Mozart sa assimilarli e rinnovarli in uno stile in cui domina una squisita perfezione, unita a una segreta malinconia che si farà, col tempo, sempre più struggente e drammatica. Mozart ha scritto, nella sua breve vita, moltissime composizioni, dalle opere teatrali (come Nozze di Figaro, Don Giovanni, Flauto magico) alle sinfonie, dalle musiche per danza ai quartetti, dalla musica sacra alle sonate e concerti per pianoforte e per violino. Figure cardine del Classicismo tedesco ed europeo, Mozart e Haydn più dei loro contemporanei seppero cogliere la lezione stilistica del loro tempo. Se Mozart squarcia qualsiasi canone barocco componendo opere estremamente nuove sotto il punto di vista drammatico e tecnico, ad Haydn, più concentrato sulla produzione sacra e sinfonica, va riconosciuto il merito di aver trovato il giusto equilibrio tra riflessione e improvvisazione.

 

Approfondimento: La Forma Sonata

Il termine forma-sonata (anche allegro di sonata o, più di rado in Italia, forma del primo movimento) si riferisce a una particolare organizzazione del materiale musicale all'interno di un singolo movimento (generalmente, ma non esclusivamente, il primo) di una sonata, sinfonia (anche d'opera), concerto, quartetto o altro pezzo di musica da camera.

 

La forma-sonata divenne presto il terreno di elezione per le trasformazioni stilistiche in atto a partire dagli anni trenta del 'Settecento. Essa fu il veicolo principale della costante crescita di consenso e successo (anche commerciale) della musica strumentale fino alla sua teorizzata supremazia nella prima estetica romantica.

Struttura 

Esposizione

 

·         Primo gruppo tematico

·         Secondo gruppo tematico

 

Sviluppo

·         Sviluppo vero e proprio

                                     (le parti vengono modificate)

 

Ripresa

 

·         Primo gruppo tematico (modificato)

·         Secondo gruppo tematico (modificato)

Coda (eventuale)

 

Ascolto consigliato:

http://www.youtube.com/watch?v=4J9uiOrCx48

http://www.youtube.com/watch?v=LbK5UY40V9Q


http://www.lamusicadirai3.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-37295901-ba50-4ab2-94c1-8561f2ad7097.html

 


Wolfgang Amadeus Mozart

Il 27 gennaio 1756 da Leopold Mozart e Anna Maria Pertl, nasce Johannes Chrisostomus Wolfgang Theophilus Mozart, conosciuto da tutto il mondo come Wolfgang Amadeus Mozart. Leopold Mozart è maestro al servizio del arcivescovo principe di Salisburgo ed avrà ben sette figli dei quali solo Amadeus e la sorella Maria sopravvivono fino all’età adulta.
Resosi conto del talento dei due figli, Leopold lascia l’ insegnamento per dedicarsi interamente a loro. Amadeus in particolare, si rivela un bambino prodigio, sebbene anche sua sorella si esibirà in molte occasioni davanti a principi e regnanti, ma dovrà, alla fine, sacrificare il talento in cambio di un buon matrimonio.
All’ età di sei anni Amadeus e la sorella vengono portati al cospetto dell’imperatore Francesco, per il quale il bambino eseguirà un concerto al clavicembalo. Con questa esibizione si apre il periodo delle tournè della famiglia Mozart in giro per l’Europa. Monaco di Baviera, Augsburg, Mannheim, Francoforte, Bruxelles, Parigi, dove vengono pubblicate per la prima volta due composizioni del piccolo Mozart, Londra, dove si trattengono fino al 1765.
Dopo una pausa durante la quale la famiglia Mozart torna a Salisburgo per permettere all’ arcivescovo principe di nominare Wolfgang, tredicenne, maestro di concerto è la volta delle città italiane: Milano, Bologna, Firenze e Roma.
Nonostante i continui spostamenti, il giovane Mozart è sempre dedito allo studio e all’affinamento della tecnica con cui si applica con disciplina. Diversamente, divenuto adulto, Wolfgang Amadeus, si lascia andare alle fluttuazioni dell’ispirazione; emblematico è l’ episodio riguardante la composizione del Don Giovanni, che sarebbe stato completato la notte precedente la Prima.
Mozart adulto non viaggia, ma gode della sua posizione di Compositore di corte rimanendo a Vienna e sperperando tutti i suoi guadagni tra il gioco, in particolare il biliardo e le donne, nonostante sia sposato con Costanza Weber, dalla quale avrà sei figli, di cui solo due sopravvivranno all’ età infantile.
Mozart muore all’ età di 35 anni, il 5 dicembre 1791 in povertà. 
Il giorno dei funerali piove e nessuno segue il feretro fuori dalle mira cittadine. Quando il giorno seguente, la moglie tenterà di rintracciare la tomba del compositore, scoprirà che questi è stato sepolto in una fossa comune impossibile da rintracciare.
La morte del genio della musica è avvolta nell’ ombra del mistero a causa di illazioni che riguardanti un avvelenamento da parte del rivale Salieri. Un’ altra leggenda parla di uno sconosciuto che commissionò a Mozart un Requiem da consegnare in un mese.
Il compositore si mise al lavoro, non rispettando i tempi che dovettero essere raddoppiati. Lo sconosciuto non si oppose al ritardo, ma anzi pagò in anticipo parte del compenso. Lo strano comportamento del committente fece credere a Mozart che esso non foss’ altri che l’ angelo della Morte, che gli stesse concedendo di scrivere il proprio Requiem. 
Oggi si crede che il committente fosse un nobile che aveva intenzione di spacciare per propria l’ opera. Rimane il fatto che Mozart morì esattamente il giorno dopo la fine della composizione del Requiem
.

Ascolto consigliato:

http://www.youtube.com/watch?v=hywOY9BS9tQ



LUDWIG VAN BEETHOVEN

 

 La rivoluzione di Beethoven. L'impulso romantico, che si era già timidamente affacciato alla ribalta musicale italiana nel XVIII secolo, trova realizzazione completa nella produzione sinfonica di Ludwig van Beethoven (1770-1827). Erede del classicismo viennese di Haydn e Mozart, egli è allo stesso tempo l'interprete appassionato di un'epoca di cambiamenti e di tensioni. I due motivi fondamentali che Beethoven esprime nella sua musica sono il dolore della vita e la tensione eroica intesa a superarlo. Di qui l'aspetto drammatico che si riscontra in tante sue composizioni, e che si manifesta tipicamente nella nuova concezione della forma sonata, caratterizzata da un forte contrasto fra i due temi sui quali essa si va sviluppando. Le innovazioni beethoveniane, non solo tecniche ma anche stilistiche, concludono e completano un'evoluzione che vede la musica, nella fattispecie la sinfonia, diventare l'espressione più elevata di un rapporto, quello fra musicista e uomo, ricco di contrasti e armonie. Fra le opere principali di Ludwig van Beethoven vanno ricordate le nove sinfonie, le sonate per pianoforte, i concerti per pianoforte e orchestra, i quartetti, la Missa Solemnis, l'opera lirica Fidelio.

Ascolto consigliato:

http://www.youtube.com/watch?v=gU22DxV2cI4

 

 

CLASSICO - ROMANTICO 

 

L'età classico-romantica. Con l'avvento del Classicismo e del suo ordine logico, che di fatto aveva escluso dall'opera seria ogni intrusione buffa, il comico deve trovare una propria forma di espressione. Nasce così l'opera buffa, genere musicale destinato a irrompere violentemente nel panorama musicale di fine Settecento. Caratterizzata da storie intricate e personaggi schietti, troverà i suoi più alti rappresentanti in Pergolesi, Paisiello, Cimarosa e più tardi in Gioacchino Rossini (1792-1868). Tra i capolavori di quest'ultimo: Il Barbiere di Siviglia, Guglielmo Tell, La gazza ladra, Cenerentola, L'Italiana in Algeri, Mosè, Il viaggio a Reims. Contrariamente a quanto succede negli altri Paesi europei, in Italia il passaggio fra Classicismo e Romanticismo non avviene in modo secco e definito. Utilizzando melodie arricchite da un'orchestrazione ricca e importante, la musica italiana, cui tutti si ispirano, è la prima a dare libera espressione alle proprie emozioni. Pionieri di questa rivoluzione sono Cherubini, di cui Beethoven riprenderà certi slanci emotivi, e Clementi, che approfondisce in maniera sensazionale le capacità espressive del pianoforte, strumento principale della prossima esplosione romantica.

Gioacchino Rossini

Gioacchino Rossini, figlio di musicisti, nacque a Pesaro nel 1792 e studiò al liceo musicale di Bologna. Nel 1806, ancora studente, scrisse "Demetrio e Polibio", la prima delle quaranta opere del suo catalogo, nel 1810 la farsa "La cambiale di matrimonio", e, nel 1812, venne rappresentata alla Scala l'opera buffa "La pietra di paragone". Il secondo periodo della carriera musicale di Rossini (1813-1817) vede la creazione delle sue grandi opere comiche: "L'italiana in Algeri" (1813), "Il turco in Italia" (1814), "Il barbiere di Siviglia" (scritto nel 1816 in meno di tre settimane) e "La Cenerentola" (1817). Appartengono a quel periodo anche l'opera seria "Tancredi" (1813) e la semiseria "La gazza ladra" (1817). 

Nel 1815 Rossini si trasferì a Napoli, invitato dall'impresario teatrale Domenico Barbaja, diventando direttore artistico e musicale dei teatri partenopei. A quel felice periodo appartengono "Otello" (1816), "Armida" (1817), "Mosè in Egitto" (1818) e "La donna del lago" (1819). Da Napoli, Rossini compì frequenti viaggi in Europa e soprattutto a Parigi dove, dal 1824, soggiornò per quasi cinque anni. Lì fece rappresentare molte opere precedenti, spesso riadattandole al pubblico francese. Tra le opere di quel periodo si ricordano "Semiramide" (1823), "Un viaggio a Reims" (1825, confluito poi in parte in "Le Comte Ory", nel 1828, prima opera completamente in francese), "L'assedio di Corinto" (1826) e, soprattutto, il "Guglielmo Tell" (1829). 

Il "Guglielmo Tell" fu l'ultima opera scritta da Rossini, ché, per i successivi quarant'anni, Rossini abbandonò il teatro per chiudersi in una specie di esilio volontario. Rossini era un compositore del '700 e la sua poetica era lontana dal nuovo clima romantico che affidava alla musica la voce dell'anima e il compito di esprimere emozioni. Con il "Guglielmo Tell", Rossini dimostrò di aver capito le tendenze della nuova epoca, ma, non volendo venir meno a sé stesso, preferì ritirarsi in un silenzio compositivo rotto da sparodici lavori, come "Stabat Mater" (1841), la "Petite messe solenelle" (1863-1867), e una serie di composizioni (per formazioni da camera, per pianoforte e per voce e pianoforte) raccolta in quattordici volumi sotto il titolo complessivo di "Péchés de Vieillesse" (Peccati di vecchiaia).

Ascolto consiglato:

http://www.youtube.com/watch?v=2MwrkhEe1K0

http://www.youtube.com/watch?v=XZOrmSQ3ITQ

http://www.youtube.com/watch?v=c7O91GDWGPU

http://www.youtube.com/watch?v=Pi-k6di3s3w

TRA CLASSICISMO E ROMANTICISMO I PRIMI DELL’800

 

 

 

La musica nell'Ottocento. Nell'Ottocento la musica diviene patrimonio di tutti coloro che per cultura e condizioni economiche sono in grado di accoglierne il messaggio artistico. Il musicista, a sua volta, si libera della sudditanza nei confronti dei munifici signori, e conquista quella libertà che è uno dei segni distintivi dell'arte moderna. Se la musica sinfonica e da camera rimangono patrimonio dei ceti elevati, la musica operistica attira a sé grandi masse popolari. Il melodramma diviene, specie in Italia, la forma di spettacolo più diffusa e più amata. Nell'Ottocento si moltiplicano inoltre i luoghi di divertimento (sale da ballo, café chantant) in cui la musica interviene con le funzioni meno impegnative di divertire e di accompagnare la danza. La musica "leggera" diviene un fenomeno pubblico e commerciale, che avrà ancor più rilevanza nel Novecento, anche per la progressiva funzione che assumeranno nel secolo XX la radio e la televisione. Né vanno dimenticate altre fondamentali occasioni di vita musicale: la lotta politica, la guerra e sul finire dell'Ottocento anche la protesta sociale e l'organizzazione delle masse lavoratrici. Le esperienze che si determineranno in questi ambiti daranno vita a significativi eventi musicali.

L’OPERA NELL’OTTOCENTO

 

 

 

L'opera in Italia e in Europa. In Italia (paese privo di una vera e propria tradizione sinfonica) i compositori trovano nell'opera il genere a loro più confacente per dar sfogo alla grande passione, nota caratteristica del Romanticismo. La drammaticità della musica e l'immediatezza del testo, attraverso il racconto di vicende sempre più esasperate, determinano la fortuna del melodramma italiano che troverà in Gaetano Donizetti (1797-1848), Vincenzo Bellini (1801-1835) e Giuseppe Verdi (1813-1901) i suoi massimi esponenti. In Francia, il melodramma avrà il suo massimo esponente in Georges Bizet (1838-1875) che con il suo capolavoro, Carmen, precorrerà di mezzo secolo la nascita dell'opera verista, imperniata su fatti e situazioni della vita quotidiana (e di cui gli autori più noti saranno Giacomo Puccini, Ruggero Leoncavallo, Pietro Mascagni). Il più grande compositore russo dell'Ottocento è Modest Musorgskij (1839-1881). La sua musica è spontanea e profondamente realistica; le sue pagine più belle sono quelle ispirate dalla tenerezza e dalla pietà per gli umili e i sofferenti. Tra le sue opere: Kovancina, Una notte sul Monte Calvo, Quadri di un'esposizione. Il suo capolavoro è l'opera in quattro atti Boris Godunov, divenuta celebre dopo la sua morte.

 

 

La rivoluzione romantica: Verdi e Wagner. Verso la seconda metà dell'Ottocento, la corrente romantica si assesta attorno a valori ben delineati che ritrovano piena applicazione nell'opera di Giuseppe Verdi e di Richard Wagner (1813-1883). Il primo, muovendosi all'interno della tradizione, affida alla musica il compito di evidenziare i sentimenti dei protagonisti delle sue opere, ispirate a soggetti diversi per epoca e ambiente. Il secondo invece, nella duplice veste di compositore e librettista, procede a un completo rinnovamento dell'opera ispirandosi a soggetti del Medioevo tedesco, letti in chiave nazionalista.

IL TARDO ROMANTICISMO

 

 

 

Il tardo Romanticismo. Con l'ascesa della borghesia, che caratterizza tutto il XIX secolo, la musica finisce per assumere una valenza più ricreativa che culturale. Soprattutto a Vienna dove, quasi a compensare il tangibile declino politico e sociale del paese, nascono le spensierate distrazioni dell'operetta e del valzer. Nello stesso periodo in Russia compositori quali Balakirev, Cui, Borodin, il già citato Musorgskij e Rimskij-Korsakov (il cosiddetto "Gruppo dei Cinque") fondano una scuola musicale nazionale con cui si conclude il processo di assimilazione della cultura occidentale iniziato in pieno periodo romantico.

IL XX SECOLO

 

 

Il Novecento: la società e la cultura. Il Novecento si apre con una generale crisi dei valori ottocenteschi. L'idea di nazione è degenerata nel nazionalismo, la libera iniziativa economica nell'imperialismo; l'industria ha fatto passi da gigante, ma le masse operaie reclamano maggiore giustizia. Si genera così una tensione violenta tra proletariato e borghesia capitalistica. La rivoluzione proletaria in Russia, due guerre mondiali, le dittature fascista e nazista, la guerra civile di Spagna sono le eloquenti testimonianze del travaglio di un'epoca tesa e instabile. Negli ultimi decenni si è assistito a una profonda trasformazione della società, nella quale un ruolo sempre maggiore sono andati assumendo presunti valori come quello del benessere e del consumo. Motivi di incertezza si sono sommati ad altri preesistenti, rendendo sempre più problematica l'immagine del futuro. Tutto ciò si è riflesso nella ricerca culturale ed artistica, che è stata sollecitata sia dalla necessità di rinnovarsi nei confronti dell'eredità ottocentesca, sia dal bisogno di aderire a una realtà sempre più difficile e mutevole. Ma i radicali cambiamenti delle pratiche artistiche hanno generato interrogativi ulteriori: quello, per esempio, della funzione dell'artista in una società che tende in molti casi a rifiutarlo, preferendo le più accessibili ed evasive proposte culturali dei massmedia (come, per esempio, la televisione). Per quanto riguarda in particolare la musica, con l'avvento del disco si crea una nuova situazione d'uso: quella che pone di fatto l'ascoltatore in una dimensione di isolamento. La nostra epoca è caratterizzata anche dall'esplosione della musica leggera, del pop, del rock, che sono divenuti il sottofondo costante della nostra esistenza quotidiana. Importantissimo per la storia della musica è l'avvento del cinema, della radio e della televisione, che determinano nuovi usi del linguaggio sonoro, in fusioni di immagini-parlato-suoni che promuovono modi diversi di percepire e ascoltare la

L’IMPRESSIONISMO ED IL VERISMO

 

 

L'Impressionismo e il Verismo. La Francia di fine secolo si mostra estremamente ricettiva nei confronti delle nuove correnti musicali assorbendo le esperienze stilistiche provenienti dagli altri paesi europei e dalla scuola russa. Da questa straordinaria mescolanza di idee nasce lo stile impressionista che, caratterizzato da un raffinato colorismo orchestrale e da originali impasti sonori in grado di descrivere sensazioni emotive immediate, avrà come principali esponenti Claude Debussy (1862-1918) e Maurice Ravel (1875-1937). In Italia l'attualità del Verismo letterario di Verga e Capuana non manca di esercitare una profonda influenza nell'ambiente musicale. Stanchi dell'irrealtà romantica, compositori come Puccini, Mascagni e Leoncavallo, ai quali si è già fatto cenno, scelgono libretti che raccontino storie più vicine alla realtà di tutti i giorni, utilizzando melodie descrittive e "orecchiabili", di semplice comprensione.

SCUOLE NAZIONALI - LA SCUOLA VIENNESE

 

 

 

 

La Scuola viennese. Anche in musica, come nelle altre manifestazioni artistiche, la nascita del nuovo secolo è caratterizzata da un generale desiderio di rinnovamento che trova in Alban Berg (1885-1935), Anton von Webern (1883-1945) e Arnold Schönberg (1874-1951) i pionieri di nuovissime tecniche espressive. In particolare, Schönberg riesce a elaborare un sistema musicale totalmente nuovo (la dodecafonia) basato sull'utilizzo dei dodici suoni della scala cromatica ordinati in una specifica successione chiamata serie.

LE CORRENTI MUSICALI DEL “900”

 

 

Altre esperienze musicali e compositori del Novecento. Nella seconda metà del XIX secolo l'assestamento di valori e ideali nazionali negli Stati Uniti stimola la produzione di una musica interamente americana. Nasce così un nuovo genere musicale che, influenzato da tutte le forme nelle quali si era sviluppata la musica jazz, troverà la sua piena espressione nel musical del Novecento. Tra i compositori statunitensi più popolari del XX secolo vi è certamente George Gershwin (1898-1937), autore di concerti, musical, e dell'opera Porgy and Bess, divenuta in seguito un "classico" nel suo genere.  Igor Stravinskij (1882-1971) è probabilmente il musicista più noto del XX secolo. Egli volle bandire dalla musica qualsiasi significato espressivo, sostenendo che essa altro non è che il prodotto di una pura azione costruttiva, del tutto simile a quella di un artigiano. Nelle proprie composizioni, Stravinskij ha valorizzato soprattutto l'elemento ritmico; la melodia è spezzata, contorta, spesso grottesca e beffarda. Tra le sue opere: i balletti l'Uccello di fuoco e Petroucka; la Sagra della Primavera. Sergej Prokof'ev (1891-1953) riteneva che la musica dovesse avere un'autentica funzione sociale. Tra le sue composizioni più popolari: Sinfonia classica, L'amore delle tre melarance, Pierino e il lupo, il poema sinfonico Aleksandr Nevskij, Romeo e Giulietta (balletto). Paul Hindemith (1895-1963) si è rifatto nelle proprie composizioni al grande insegnamento di Bach, mentre Béla Bartók (1881-1945) si è ispirato ai modi e ai ritmi della musica popolare ungherese. Reazioni contrarie ai sistemi ottocenteschi si manifestano nel ritorno a musiche di età barocca: è questa la linea seguita da compositori italiani come Ildebrando Pizzetti (1880-1968), Ottorino Respighi (1879-1936), Gianfrancesco Malipiero (1882-1973).

 

 

La musica del periodo più recente. La molteplicità delle proposte della musica contemporanea rende difficile darne in breve un'idea precisa. Alcune tendenze possono comunque essere così tratteggiate: a) musica seriale: si riallaccia alla dodecafonia: così come, in una serie dodecafonica, non si debbono ripetere i suoni, in queste ricerche si punta alla continua variazione della dinamica, dell'intensità, del timbro, del ritmo. In questa direzione hanno lavorato e lavorano alcuni compositori: il tedesco Karlheinz Stockhausen, il francese Pierre Boulez, il belga Henri Pousser e, in parte, l'italiano Luciano Berio; b) musica aleatoria: il compositore usa una notazione volutamente generica o imprecisa o indica linee e diagrammi ("gesti" sonori) che l'esecutore ha libertà di eseguire come meglio crede. Rappresentanti di questa tendenza sono l'americano John Cage, l'argentino Mauricio Kagel e, in alcuni casi, l'italiano Silvano Bussotti; c) altri musicisti, come l'italiano Luigi Nono, l'ungherese György Ligeti o il polacco Krzystof Penderecki si propongono di conservare un rapporto con il pubblico e di mantenere un contenuto espressivo alla musica.

IL JAZZ

 

 

 

Il jazz. Le origini del jazz vanno ricercate nel cuore dell'Africa, nei villaggi delle foreste equatoriali. Le tribù si ritrovavano intorno al fuoco dopo una caccia, una battaglia o un qualsiasi altro evento, e davano libero sfogo alle loro sensazioni con danze e canti al ritmo frenetico dei tamburi. Quando, nel Settecento e nell'Ottocento, dilagò il commercio dei neri, le popolazioni africane vennero trasferite con viaggi disumani negli Stati americani del Sud e impiegati come schiavi nelle piantagioni di cotone e nella costruzione di strade ferrate. Coloro che sopravvissero al trauma del viaggio e del distacco dalla loro terra si ritrovarono in luoghi sconosciuti, sfruttati, analfabeti, privi di ogni mezzo di sostentamento. Fu in questa condizione di profonda sofferenza umana che la nostalgia della perduta libertà si riversò nei canti e nei ritmi della terra natale. Il jazz divenne popolare all'inizio del Novecento a New Orleans, città della Louisiana sul fiume Mississippi, e si ispirò appunto ai canti di lavoro (work songs) delle piantagioni di cotone, agli spirituals (canti religiosi), ai blues (canti accorati e nostalgici) e al ragtime (una vivace musica popolare). Le prime bands, formate da una sezione melodica (cornetta, clarinetto, trombone) e da una sezione ritmica (banjo, chitarra, bassotuba), improvvisavano a orecchio e si esibivano in parate stradali in occasione di matrimoni e funerali. Questo era lo stile hot, ossia il jazz improvvisato. La musica jazz andò progressivamente affermandosi; risalgono al 1913 le prime incisioni di dischi. Verso gli anni Venti il jazz si "trasferì" a Chicago: qui, negli anni Trenta, nacque il boogie-woogie. E qui nacquero anche le grandi orchestre jazz nelle quali si distinguevano per la sezione ritmica il pianoforte, il banjo, la chitarra, il contrabbasso e la batteria; per quella melodica i sassofoni, le trombe, i tromboni, i clarinetti. Emersero i maggiori solisti jazz: Bessie Smith, grande interprete di blues, Louis Armstrong, cornettista-trombettista, Sidney Bechet, clarinettista-sassofonista, il pianista Duke Ellington. Negli anni Trenta predominò un nuovo genere, lo swing, caratterizzato da anticipazioni e ritardi nel ritmo. Nell'era dello swing si costituirono le orchestre per la musica da ballo. La cantante Ella Fitzgerald fu la voce più popolare dello swing, e Benny Goodman divenne il "re dello swing". L'orchestra di Glenn Miller portò il jazz a livello di piacevole consumo e la musica leggera di tutto il mondo assunse il ritmo del jazz. Negli anni Quaranta, con la terribile esperienza bellica, vi fu negli Stati Uniti una nuova presa di coscienza della popolazione nera, e sorse il genere be-bop, un linguaggio musicale di protesta: i massimi rappresentanti di questo periodo furono il sassofonista Charlie Parker e il trombettista Dizzy Gillespie. Con la fine degli anni Quaranta si distinse per potenza ritmica e sonora l'orchestra del vibrafonista Lionel Hampton. Nel primo dopoguerra si impose il cool jazz; con un ritmo più pacato, negli anni Cinquanta, l'hard bop, con sonorità accese e ritmi accentuati, che trovò la sua voce nella tromba di Miles Davis. Alla fine degli anni Cinquanta, negli Usa, vi è una nuova coscienza politica tra la popolazione nero-americana e i problemi razziali sono molto sentiti. Nasce il free jazz (jazz libero) a opera principalmente di Ornette Coleman, dove "libero" significa la volontà di liberarsi delle esperienze jazzistiche precedenti e affermare una cultura nera indipendente dalla cultura bianca; è caratterizzato dalla musica di Max Roach, batterista, e da quella di Charles Mingus, contrabbassista e compositore. Dagli anni Settanta il jazz subisce le influenze del rock e delle nuove tecniche elettroniche.

MUSICA CONCRETA ED ELETTRONICA

 

 

 

Musica concreta e musica elettronica. Comune a molte delle esperienze appena citate è l'uso di strumentazioni elettroniche. Questa tendenza è iniziata con la musica concreta. I musicisti che si dedicano a questo "genere" si propongono di utilizzare suoni di varia natura, tratti dalla realtà ambientale e da oggetti vari, incidendoli su un supporto magnetico e quindi elaborandoli attraverso tecniche varie (cambiamento di velocità, inversione del senso di rotazione e così via). I rumori così ottenuti vengono poi montati, con risultati spesso di particolare efficacia. La musica propriamente elettronica si serve di suoni prodotti da apparecchiature quali sintetizzatori, registratori, macchine per la trasformazione del suono, filtri, mixer eccetera. Programmi appropriati consentono inoltre di produrre musica elettronica anche servendosi del computer. Si possono ottenere in questo modo impasti timbrici e atmosfere sonore straordinari, assolutamente non riproducibili con un'orchestra tradizionale. Al di là degli usi sperimentali, la musica elettronica ha largo impiego attualmente nelle colonne sonore cinematografiche e televisive, rivelando in tali utilizzazioni una grande efficacia.

Viaggio nel mondo del Rock

 

 

Gli inizi

 

Il 4 luglio 1954 un diciannovenne chiamato Elvis Aaron Presley stava registrando delle canzoni in uno studio a Memphis con il produttore Sam Phillips, era la terza volta che entrava in studio, ma finora aveva solo registrato delle canzoni come regalo di compleanno per sua madre.

A un certo punto Elvis improvvisò una vecchia canzone di Arthur "Big Boy" Crudup, la canzone era that’s alright mama; il bassista Bill Black lo seguì e anche il chitarrista Scotty Moore iniziò a suonare, Phillips rimase colpito da quell’interpretazione e quando i musicisti gli dissero che non sapevano co
sa stavano suonando, gli fece riprovare il pezzo molte volte e lo registrò.

Due giorni dopo la canzone venne trasmessa dalla radio WHBQ e gli ascoltatori impazzirono, in pochi giorni l’etichetta discografica Sun pubblicò 5000 copie del disco che dopo qualche settimana diventarono 20000, il Blues aveva avuto un figlio e lo chiamavano Rock and Roll.

Nel 1955 Bill Haley pubblicò la sua Rock around the clock, che ebbe un enorme successo e diede il nome al genere.

Intanto la Sun iniziò a produrre artisti neri che mischiavano Blues e ritmi Western, creando il cosiddetto "Rockabilly".

Alcuni sostengono che il Rock & Roll non fu inventato da Elvis, ma da Chuck Berry, un ribelle di St. Louis che aveva radici Rithm & Blues e che scrisse la celebre Johnny B. Goode; anche se non inventò il Rock & Roll, Berry gli diede comunque forma e contenuto.

Il 1956 fu caratterizzato da artisti come Jerry Lee Lewis che introdusse l’uso del pianoforte nel Rock & Roll, e dal narcisista Little Richard con la sua tutti frutti.

 

 

Gli anni 60

 

Nel 1961 i californiani Beach Boys inventarono il "Surf Rock", un Rock & Roll in cui la parte vocale e melodica era molto accentuata, questa musica faceva da sfondo ai momenti di divertimento in spiaggia e alle feste.

In seguito però il Rock & Roll diventò più impegnato e si legò alla politica, un esempio è il Folk di Bob Dylan che cantava l’inno pacifista blowin’ in the wind.

In questo periodo nacque il Beat che influenzò i giovani di tutto il mondo, con gli intramontabili Beatles che rivoluzionarono il modo di fare musica, gli Animals con la loro the house of the rising sun, gli Who di my generation e ovviamente i Rolling Stones.

 

Verso la fine degli anni 60, nel periodo del movimento studentesco, si sviluppò il "Rock psichedelico" di artisti come Pink Floyd, Jimi Hendrix e Doors, legati al movimento hippie nato in quegli anni; anche i Beatles passarono dal semplice rock alla sperimentazione con l’album Sgt. Pepper’s lonely hearts club band.

 

 

 


Gli anni 70

 

Nei primi anni 70 si svilupparono molti generi, soprattutto in Inghilterra; i principali generi del periodo furono il "Glam rock" di artisti come Elton John e David Bowie, e il "Progressive" di Genesis e Jethro Tull; nacque anche "l’Hard Rock" che sarebbe poi diventato "Heavy Metal", i primi furono i Led Zeppelin, accompagnati da Alice Cooper, ZZ Top e Deep Purple.

Sempre in quegli anni Bob Marley portò il "Reggae" in Inghilterra con i suoi Wailers.

 

Nella seconda metà degli anni 70 nacque il "Punk", ispirato da gruppi che suonavano un Rock alternativo, come i Television e i Talking Heads; il primo gruppo Punk furono i newyorchesi Ramones che con le loro canzoni segnarono un’era, non serviva saper suonare bene per fare musica, bastava prendere la chitarra e formare il proprio gruppo.

I padrini di questo genere furono anche Iggy Pop e Patti Smith.

In Inghilterra molti gruppi si formarono seguendo l’esempio dei Ramones, i più famosi sono ovviamente i Sex Pistols che diedero forma e contenuto al Punk, la loro missione era semplice: uccidere il Rock commerciale. Ma il loro piano falli con i Clash, che spalancarono le porte del Punk al Rock, al Reggae, allo Ska e alla New Wave.

 

 

Gli anni 80

 

All’inizio degli anni 80 si sviluppò il fenomeno "New Wave" di gruppi come i Dire Straits e i Police di Sting, che mischiavano Rock e Pop.

In questo periodo il rock venne definito "mutante", in quanto si mischiava con l’elettronica e con altri generi; ma negli stessi anni ci fu anche un ritorno al rock classico, il "Re" di questo revival è sicuramente Bruce Springsteen.

Ci fu anche un ritorno alla psichedelia e al garage rock con gruppi come Velvet Underground e REM.

A metà degli anni 80 il mondo del rock si impegnò nella beneficenza con il Live Aid, concerto benefico organizzato dal cantante Bob Geldof.

  

 


Gli anni 90

Negli anni 90 si sviluppò la scena alternativa definita "Grunge", di gruppi come Nirvana, Soundgarden e Pearl Jam che gridavano la loro rabbia.

In questo periodo nacque il fenomeno del Cross Over, ovvero il mescolamento

 

 

 tra generi diversi che diede vita a un infinità di generi e sottogeneri come il Pop Metal di Bon Jovi.

Breve storia della musica leggera

 

Il termine musica leggera si riferisce a tutta la produzione musicale diconsumo, con i suoi generi e sottogeneri, corrispettiva alla pop music anglosassone. Musica prodotta per il consumo popolare, urbano e di massa nell’era della civiltà industriale.

Le origini 
La musica leggera, come la conosciamo oggi, nasce in Europa e negli Stati Uniti verso la fine del XIX secolo. I suoi precursori sono i canti e le danze popolari e il melodramma. 

Durante il periodo del romanticismo i musici divulgarono nei salotti borghesi i canti e le danze popolari. Il walzer, la polka e la mazurka diventarono così danze conosciute in tutta Europa e furono rivalutate nella loro ricchezza musicale. Il melodramma era, il quel periodo, il genere di spettacolo più diffuso grazie alla nascita di scuole nazionali che incentivarono la creazione di composizioni musicali basate su temi popolari. 
Questi due generi gettarono le basi per nascita e lo sviluppo della musica leggera.

La nascita e lo sviluppo della musica leggera 
L'inizio della musica leggera va di pari passo con la nascita della civiltà industriale.
Varie invenzioni contribuirono al diffondersi del consumo domestico della musica:
- in primo luogo l'invenzione del fonografo di Thomas Edison (1877). Alla fine del 1800 comparvero i primi fonografi a gettone (precursori dei futuri jukebox) e molti musicisti iniziarono ad incidere dischi;
- l'invenzione della radio negli anni Venti e della televisione negli anni Quaranta introdussero nelle abitazioni private musica dal vivo e registrata; 
- le prime pellicole cinematografiche con audio resero popolari molti cantanti. 

La musica leggera diventò una vera e propria industria che si espandeva a ritmi esorbitanti e che coinvolgeva un numero sempre maggiore di professionisti ad essa legati.
I cantautori cominciarono a tutelare i loro diritti d'autore dando inizio alla creazione delle leggi sul copyright e alla formazione di sindacati per difendere i salari e regolamentare le condizioni di lavoro. 

La diffusione della musica leggera cambiò i ruolo della musica nella società. Inizialmente prerogativa delle classi ricche, ora diventa un elemento presente in tutte le famiglie borghesi.

Il boom del dopoguerra 
La diffusione anche in Italia della radio e del grammofono ha offerto la possibilità di ascoltare canzoni straniere.  Nuovi stili, molto diversi dai tradizionali italiani, cominciano a prendere piede.   Negli anni Venti la radio era utilizzata e controllata principalmente dal regime fascista con il proposito di diffondere un'immagine dell'Italia senza problemi e preoccupazioni per il futuro.  
Fu dopo la seconda guerra mondiale che si ebbe il vero boom della musica leggera italiana.  Si diffusero rapidamente tutte le mode e stili musicali stranieri che erano stati bloccati durante il regime fascista: le canzoni americane di Cole Porter e Frank Sinatra, il jazz di Louis Armstrong eBenny Goodman, le colonne sonore dei film di Hollywood.  
Per favorire gli stili musicali italiani nel 1951 nasce il Festival di Sanremo.  Il genere musicale promosso dal Festival è melodico, conforme alla solida tradizione italiana.  Nilla Pizzi fu la vincitrice del primo festival con la canzone "Grazie dei fior".  
Ben presto, alla fine degli anni Cinquanta, entrano altri stili basati sul modello dei rockers americani Elvis Presley, Paul Anka e i Platters.  
Nel 1958 Tony Dallara lancia "Come Prima", la prima canzone rock italiana.  Si creano così due gruppi: i melodici, fedeli continuatori della tradizione italiana e gli urlatori che introducono nelle loro canzoni gli elementi del rock americano.. 

Le grandi svolte 
Negli anni sessanta si susseguono due grandi svolte: 
- la prima è la nascita dei primi gruppi beat italiani. L'influenza del rock americano si mischia con quella del beat inglese, principalmente dei Beatles e dei Rolling Stones. Tra i primi e più famosi gruppi beat italiano ci sono: i Giganti, l’Equipe 84, i Dik Dik, i New Troll, i Nomadi, i Pooh. 
- la seconda grande svolta fu l'avvento dei cantautori (cantanti e autori) che prendevano a modello i chansonniers francesi. Le loro canzoni erano formate da melodie semplici, ma non banali e da un accompagnamento musicale solitamente di un solo strumento e spesso suonato dallo stesso cantautore. Tra i maggiori cantautori abbiamo: Umberto Bindi, Gino Paoli, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Fabrizio De André. 

Negli anni Settanta i complessi rock e beat perdono progressivamente importanza, mentre continuano a diffondersi nuovi cantautori che danno più importanza all'elemento musicale: utilizzano più strumenti musicali e arricchiscono le loro melodie con raffinati arrangiamenti

Fino ai giorni nostri 
Negli anni Ottanta i cantautori italiani adottano uno stile più internazionale e attirano così l'attenzione del pubblico europeo. Numerosi sono gli interpreti: Gianna Nannini, Ligabue, Eros Ramazzotti, Vasco Rossi, Laura Pausini, Zucchero, Jovanotti. 

Negli anni Novanta si impongono grandi cantanti come Giorgia e Andrea Bocelli che si concentrano più sull’aspetto canoro della musica leggera. 
Alcuni gruppi musicali emersi ai giorni nostri esplorano nuove strade rielaborando generi musicali diversi come il rock, il folk e il rap. 

 

APPROFONDIMENTO

Sui livelli musicali, gli anni Cinquanta sono stati il decennio che più ha preannunciato una vera e propria rivoluzione. Subito, pensando agli anni cinquanta, si pensa ad Elvis Presley,Bill Halley o anche Chuck Berry. Ma per anni cinquanta pensiamo non soltanto al decennio, così come farebbe capire l'espressione, ma si va dal 1950 al 1963, l'anno in cui i Beatles scoppiarono definitivamente, dando il via a quella rivoluzione musicale di cui si parlava prima. Parallelamente al Rock N' Roll, si diffondono largamente tantissimi generi di musica come lo Swing, il Jazz e, soprattutto in Italia, la musica leggera i cui maggiori esponenti sono Domenico Modugno e Claudio Villa.

Iniziamo prima di tutto dal nostro paese, l'Italia: una nazione in ginocchio dopo la seconda guerra mondiale che però sognava ed aveva una gran voglia di rialzarsi: con questo panorama riescono a crescere i grandi artisti e cantautori italiani che più hanno segnato l'Italia musicalmente e che ancora oggi riscuotono un grandissimo successo. Artisti come Adriano Celentano, Claudio Villa, Domenico Modugno, Enzo Jannacci, da poco scomparso, Giorgio Gaber, tutti cantautori. Ma si sviluppa anche la corrente dello swing a cui appartengono Renato Carosone, Tony Renis e Fred Buscaglione. 
Il primo che da il via al filone musicale è proprio Renato Carosone che, reinterpretando alcune canzoni tipicamente napoletane, si inserisce in un panorama molto più ampio, affiancato al Quartetto Cetra che canta i tipici costumi italiani.

Sui livelli musicali, gli anni Cinquanta sono stati il decennio che più ha preannunciato una vera e propria rivoluzione. Subito, pensando agli anni cinquanta, si pensa ad Elvis Presley,Bill Halley o anche Chuck Berry. Ma per anni cinquanta pensiamo non soltanto al decennio, così come farebbe capire l'espressione, ma si va dal 1950 al 1963, l'anno in cui i Beatles scoppiarono definitivamente, dando il via a quella rivoluzione musicale di cui si parlava prima. Parallelamente al Rock N' Roll, si diffondono largamente tantissimi generi di musica come lo Swing, il Jazz e, soprattutto in Italia, la musica leggera i cui maggiori esponenti sono Domenico Modugno e Claudio Villa.

Iniziamo prima di tutto dal nostro paese, l'Italia: una nazione in ginocchio dopo la seconda guerra mondiale che però sognava ed aveva una gran voglia di rialzarsi: con questo panorama riescono a crescere i grandi artisti e cantautori italiani che più hanno segnato l'Italia musicalmente e che ancora oggi riscuotono un grandissimo successo. Artisti come Adriano Celentano, Claudio Villa, Domenico Modugno, Enzo Jannacci, da poco scomparso, Giorgio Gaber, tutti cantautori. Ma si sviluppa anche la corrente dello swing a cui appartengono Renato Carosone, Tony Renis e Fred Buscaglione. 
Il primo che da il via al filone musicale è proprio Renato Carosone che, reinterpretando alcune canzoni tipicamente napoletane, si inserisce in un panorama molto più ampio, affiancato al Quartetto Cetra che canta i tipici costumi italiani.

Anche negli Stati Uniti la musica fu uno strumento di aggregamento per tutti i giovani, cresciuti con la paura delle bombe atomiche, della guerra fredda e del comunismo. Così, in questo ambiente, si diffondono generi musicali destinati a cambiare il mondo: l'R&B dominava le classifiche musicali, ma già con Bill Haley si era capito che il crossover, ovvero una commistione di più generi, avrebbe sicuramente sfondato. Elvis Presley è tutto ciò: una commistione di generi come il Country, l'R&B, Pop e Blues

 

Passiamo ora all'Inghilterra ed a tutto il Regno Unito: anche qui si sviluppano vari generi, quello più importante è sicuramente il Rock N' Roll con artisti che poi daranno l'incipit per la creazione di band come Beatles, Rolling Stones,Sex Pistols e Clash che si svilupperanno tutte nel 1970.  Bill Haley è forse il maggior esponente di questo movimento artistico e musicale e con la sua "Rock Around The Clock" ha fatto ballare tutto il mondo e lo fa anche ora..